Buongiorno a tutti gli affezionati,
tra le mail di auguri che sono giunte in associazione una in
particolare mi ha colpito perché era permeata di pessimismo e sembrava quasi
una resa. Confesso che anch’io per un certo periodo verso la fine dell’anno
sono stata sul punto di arrendermi all’evidenza. Ricordo di essermi seduta di
fronte ad un’opera da me fatta qualche tempo fa intitolata “Un altro
mondo possibile c’è” e di essermi data dell’illusa …
Il vantaggio di essere una buona lettrice consiste nel fatto che
nei momenti di sconforto tornano a galla pensieri e concetti letti che aiutano
a vedere “oltre” e a valutare gli eventi con una prospettiva diversa.
Riassumo qui di seguito i tre motivi che mi hanno convinto,
malgrado tutto, a guardare con fiducia al nuovo anno appena iniziato:
L’ esistenza è
continuo cambiamento e i cambiamenti avvengono tutti secondo un ciclo
vita/morte/vita. Qualsiasi cosa nasce, cresce, si sviluppa e quando ha svolto
la sua funzione si avvia verso la
fine. E’ importante lasciare che “il vecchio” (ovvero ciò che
ha esaurito il proprio compito) muoia perché così fa spazio al nuovo. Spesso,
per paura, noi rifiutiamo di accettare la fine di qualcosa opponendoci così al
cambiamento ma nulla sfugge a questa regola e alla fine dobbiamo arrenderci
all’evidenza e accettare l’ineluttabile. Tutto prima o poi finisce ma per ricominciare
in un’altra forma. Migliore secondo una certa visione..
2. Fattore
x:
Esiste un così detto “Fattore
x” non prevedibile, capace di trasformare le cose all’improvviso. L’oggi
non può assumersi l’impegno di ciò che ci porterà il domani… O più
semplicemente, come diceva Rossella O’Hara nel film “Via col vento” : “domani è
un altro giorno”…ovvero un’altra possibilità
Non dobbiamo
focalizzarci su un singolo istante ma imparare ad avere una visione più ampia
di ciò che ci succede. A volte un evento che giudichiamo negativo nel tempo può
dimostrarsi positivo o rappresentare una preziosa occasione di cambiamento.
Dobbiamo imparare a pensare che anche le situazioni più difficili non capitano
per nuocerci ma per spronarci a trasformarci (magari obbligandoci a liberarci
di ciò che non è più utile alla nostra crescita..)
Esiste una storia (su
internet ne circolano varie traduzioni) che da questo punto di vista è molto
significativa. Riporto una delle tante versioni:
“C’era una volta un
contadino, molto povero ma saggio che lavorava duramente la terra con suo
figlio. Un giorno il figlio disse:”Padre che disgrazia, il cavallo è
scappato!”. “Perché la chiami disgrazia?” rispose impassibile il padre ”Vediamo
quello che ci porta il domani..”.
Dopo pochi giorni il cavallo ritornò accompagnato da una bellissima giumenta selvaggia. “ Padre, che fortuna!” esclamò il ragazzo “ Il nostro cavallo è tornato e ne ha portato un altro”. “ Perché la chiami fortuna?” rispose il padre “Vediamo cosa ci porta il domani!”.
Qualche giorno dopo il ragazzo volle montare il nuovo cavallo ma questo, non abituato ad un fantino, si impennò e lo scaraventò al suolo. Il ragazzo si ruppe una gamba. “ Padre che disgrazia! Mi sono rotto una gamba!”. Il padre ricorrendo alla sua esperienza e saggezza sentenziò: “Perché dici disgrazia, vediamo quello che ci porta il domani!”. Il ragazzo non convinto della filosofia del padre piagnucolava nel suo letto. Pochi giorni dopo passarono per il villaggio alcuni soldati cercando giovani da arruolare per combattere al fronte. Nella casa dell’anziano videro solo un giovane ferito; lo lasciarono pertanto nel suo letto e se ne andarono.
Il giovane comprese allora che non si devono dare come assolute né la disgrazia né la fortuna ma bisogna sempre dare tempo al tempo per vedere se una cosa è buona o cattiva.
La vita è fatta di alti e bassi e il suo sviluppo è tanto paradossale che il brutto diventa buono e il buono cattivo”.
Dopo pochi giorni il cavallo ritornò accompagnato da una bellissima giumenta selvaggia. “ Padre, che fortuna!” esclamò il ragazzo “ Il nostro cavallo è tornato e ne ha portato un altro”. “ Perché la chiami fortuna?” rispose il padre “Vediamo cosa ci porta il domani!”.
Qualche giorno dopo il ragazzo volle montare il nuovo cavallo ma questo, non abituato ad un fantino, si impennò e lo scaraventò al suolo. Il ragazzo si ruppe una gamba. “ Padre che disgrazia! Mi sono rotto una gamba!”. Il padre ricorrendo alla sua esperienza e saggezza sentenziò: “Perché dici disgrazia, vediamo quello che ci porta il domani!”. Il ragazzo non convinto della filosofia del padre piagnucolava nel suo letto. Pochi giorni dopo passarono per il villaggio alcuni soldati cercando giovani da arruolare per combattere al fronte. Nella casa dell’anziano videro solo un giovane ferito; lo lasciarono pertanto nel suo letto e se ne andarono.
Il giovane comprese allora che non si devono dare come assolute né la disgrazia né la fortuna ma bisogna sempre dare tempo al tempo per vedere se una cosa è buona o cattiva.
La vita è fatta di alti e bassi e il suo sviluppo è tanto paradossale che il brutto diventa buono e il buono cattivo”.
Pertanto, quando i pensieri si fanno cupi e le vostre speranze
sono ridotte al minimo ricordate che vi sono almeno tre buoni motivi per non
arrendersi: visione ciclica, fattore x, ampia prospettiva.
“ Le difficoltà sono opportunità”
Un
caro saluto a tutti
Eventuali commenti: info@ateliervigoleno.it